Il progetto UMMN - Una maestosa macchina narrativa, nuova interazione del decennale progetto LA MACCHINA, prende luogo in un periodo di residenza artistica che apre al pubblico con lo scopo di interrogarsi sulle potenzialità della creazione di immaginari visivi come strumento di scoperta personale e in parallelo sulla possibilità di creare un vocabolario che ci permetta di visualizzarli. In che modo raccontare storie può essere uno strumento di scoperta? Come attraverso la commistione di pittura, suono, immagini e performance questa pratica può diventare un potente strumento di ricerca?
Il progetto LA MACCHINA è sempre stato uno stimolo per far incontrare diversi punti di vista inserendoli in un dialogo libero con la ricerca di 2501. Con CROSS l’obiettivo del progetto è di coinvolgere attivamente un gruppo di persone con diverse expertise in una riflessione in divenire sulla creazione di immaginari visivi come pratica di apprendimento e strumento di "liberazione". L’idea è infatti quella di creare un dipinto che incorpori le riflessioni scaturite all’interno di Casa Ceretta tra 2501, i vari ospiti e il pubblico. Una grande tela che funga anche da partitura per la performance visiva e musicale in collaborazione con Stefano Jaccheo e Hiroyasu Tsuri Towone.
Immaginari.Tra ponti, stratificazioni e deviazioni
con 2501, Bertram Niessen e Riccardo Arena (IT)
Nella conversazione aperta al pubblico il progetto LA MACCHINA dell’artista 2501 diventa uno stimolo per far incontrare diversi punti di vista sulla creazione di immaginari visivi come pratica di apprendimento e strumento di “liberazione”. In conversazione con 2501 ci saranno il ricercatore e scrittore Bertram Niessen e l’artista visivo Riccardo Arena. La presentazione verterà sul tema degli immaginari visivi e degli oggetti culturali nella complessità del reale: dalle antiche Physical Visualizations alle moderne rappresentazioni di Big Data, siamo testimoni dell'evoluzione di tecniche di visualizzazione sempre più articolate; allo stesso modo, le controculture, dal cut out Punk fatto con spille, borchie, lacci e toppe alla decostruzione dell’opera musicale dell'Hip hop e della Techno, si creano immagini e identità ibridi, di scontro e incontro. Come possono gli IMMAGINARI essere strumento di lotta e ricerca dentro noi stessi?
Jacopo Ceccarelli, in arte 2501, nasce a Milano nel 1981. Studia presso la Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti di Milano e successivamente completa un master in Comunicazione Audiovisiva presso il Nuovo Bauhaus di Weimar in Germania. Il lavoro di 2501 è multidisciplinare e utilizza una grande varietà di mezzi, tra cui pittura, installazione, murales, scultura, fotografia e film. È affascinato dalle mappe, dallo spazio urbano/architettonico e dalle sue contraddizioni sociali nella società post-capitalistica; da anni investiga il flusso del tempo, il ciclo, le ricorrenze e le loro multiformi declinazioni. La sua ricerca è in costante dialogo con la topografia urbana: i suoi murales sono visibili in tutto il mondo, da Milano a Londra, NYC, Miami, Los Angeles, San Paolo, Detroit, Chicago, Atlanta, Ulan Bator, Kiev. Negli ultimi venti anni ha esposto in Europa, Stati Uniti e Sud America in gallerie ed enti museali. Partecipa a diverse mostre e festival internazionali quali il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, la Triennale di Milano, il MACRO di Roma (2017), il Basel Miami (2019) presso Product / 81 Creative Lab e festival di arte pubblica come O.BRA, Living Walls, ALTrove, Art United Us, Artmossphere Biennale, Walk&Talk, Wabash Arts Corridor, Outdoor, Mural, Traffic Design, Painted the Desert Project.
Chiara Frantini, laureata in Teoria e Tecnologia della Comunicazione, lavora dal 2012 come user experience designer. Con un approccio interdisciplinare centrato sull’utente, intreccia psicologia, design ed informatica, per trasformare sistemi complessi in esperienze efficaci ed immersive.
Bertram Niessen è ricercatore, progettista, docente, autore e advisor che si occupa di come la cultura trasforma lo stato delle cose. È presidente e direttore scientifico di cheFare. Insegna progettazione culturale, innovazione sociale e cultura partecipativa in master, dottorati e corsi di alta formazione. Ha conseguito il PhD in Studi Urbani Europei presso l’Università di Milano-Bicocca. Come advisor, lavora con istituzioni culturali, amministrazioni e organizzazioni culturali. Collabora con quotidiani, progetti editoriali e radio; ha pubblicato decine di curatele, monografie e articoli in opere collettive e riviste specializzate. Il suo ultimo libro è Abitare il Vortice. Come le città hanno perduto il senso e come fare per ritrovarlo (UTET 2023).
Riccardo Arena è artista, docente e libero ricercatore. La sua pratica artistica è dedicata alla creazione di ambienti evocativi che, combinando ricerca teorica e visuale, sono concepiti come dispositivi culturali di conoscenza immaginativa. Installazioni, film, riflessioni visive, racconti, seminari e workshop si intrecciano in una costellazione di linguaggi espressivi tesi a contemplare nell’accidentale le componenti universali che legano storie, culture, teorie e miti distanti nel tempo e nelle geografie. Animato da queste tensioni nel corso degli anni si è dedicato allo sviluppo di investigazioni a lungo termine in diversi paesi del mondo: Cina “Il quattro volte albero” (2006-2008); Argentina “Morte duale Ellero ed ecosistema visivo” (2009-2012), Russia “Vavilon” (2013-2017); e Iran, Armenia ed Etiopia “LuDD! – Topografia della Luce” (2017-2020). Attualmente sta lavorando al progetto “Geranos”, nato nel 2021 da una ricerca sulla storia e sugli archivi di Monteverità, Fondazione Eranos, Warburg Institute di Londra e il Museo Antropologico di Città del Messico.
Ph. Credits: Paolo Sacchi
Un viaggio nell’aura di pratiche e figure chiave della spiritualità e dell’arte performativa tra corpo, gesto e visione.
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