Snake Lake_Island Wilding parla ai serpenti di quella terra che non possiamo conoscere, ovvero l’isola al largo di Orta che esisteva prima dell’arrivo di San Giulio. Il progetto proposto da Ru Kim è una performance che ha luogo tra acqua e terra, che mette in scena una narrazione speculativa sul mito di San Giulio e l’allontanamento dei serpenti dall’isola. Con questa poetica l’artista vuole ripensare le parole “selvaggio” e “civilizzato” dipinte nell’immaginario comune dalla retorica religiosa. Partendo da una ricerca sull’idrofemminismo, ovvero un posizionamento femminista sullo studio dell’acqua come risorsa vitale ed elemento di fluidità del corpo e identitaria, la performance si interroga sull’animalità dei serpenti coinvolti nella leggenda e immagina che siano stati in realtà esseri umani. I processi coloniali, ovvero di occupazione e conquista, richiedono forme di disumanizzazione dei suoi soggetti per tentare di giustificare la violenza. Cosa c’è da trovare in quella distanza tra la temuta isola irraggiungibile e chi guarda dalla riva? Quali sono le entità acquatiche testimoni di tutto?
Ru Kim nasce ad Amburgo nel 1995 e cresce transitando tra Germania, Cipro, Corea, Canada e Brasile, prima di trasferirsi in Francia per proseguire gli studi di arte. Ha ottenuto un bachelor e master in belle arti presso la École Supérieure d’Art et Design di Grenoble. Attualmente Ru Kim vive e lavora a Seoul. La sua ricerca si interroga sull’uso dell’arte per resistere alla violenza sessista e razzista normalizzata e incarnata, generata da ideologie di dominio patriarcali, imperiali e coloniali. Utilizzando vari media come il video, la fotografia, il suono, la performance, l’installazione e la scrittura, cerca di sviluppare forme che sfidino i binarismi identitari. Crea situazioni estetiche in cui lǝ spettatorǝ si trasforma in partecipante e sperimenta fisicamente una presa di coscienza politica delle proprie implicazioni nelle logiche di dominio.
Ph. credits Paolo Sacchi, Seungwook Yang
Un viaggio nell’aura di pratiche e figure chiave della spiritualità e dell’arte performativa tra corpo, gesto e visione.
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